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Anche gli animali hanno una coscienza

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Gli animali non sono delle macchine biologiche, mosse dal puro istinto e senza coscienza di sé. Oggi, anche il mondo scientifico sta scoprendo e capendo l’affascinante mondo della coscienza animale.Di Nitamo Federico Montecucco www.fisicaquantistica.it 

Intelligenza e sensibilità degli animali

 

Non solo Dian Fossey con i suoi gorilla di montagna, o i coniugi Lilly con i delfini, o Donald Griffin con le sue ricerche sulla coscienza animale, ma anche tutti gli esseri umani che sono entrati in profondo amore ed empatia con gli animali, sono rimasti affascinati dalla loro sensibilità e della loro intelligenza. San Francesco e i mistici di ogni tempo hanno espresso con convinzione anche maggiore questa esperienza di comunione con i nostri fratelli più primitivi. Per tutti loro, gli animali hanno una coscienza! Ora anche il mondo scientifico sta riscoprendo l’affascinante e ineffabile dimensione della coscienza animale.
Fino a pochi anni fa la linea scientifica ufficiale, sviluppatasi dall’impostazione cartesiana, sentenziava che gli animali sono delle macchine biologiche, mosse da puri istinti e quindi senza nessuna libertà di decisione, né tanto meno coscienza di sé. Ora questa linea di tendenza cozza contro i dati oggettivi e le osservazioni dei biologi, degli etologi e dei neuropsicologi più avanzati, come Lorenz, Bateson, Lilly, Bonner. A questa nuova tendenza, che considera gli animali come esseri dotati di una loro mente, sensibilità e intelligenza, si sono anche affiancati fisici, cibernetici, psicanalisti e filosofi che sono giunti a queste considerazioni, partendo da altre esperienze.

Vorrei contribuire a questa profonda rivalutazione dell’aspetto psichico intrinseco in ogni essere vivente, con una proposta teorica particolarmente provocatoria, che potenzialmente potrebbe permettere un alto grado di unificazione tra le differenti aree culturali coinvolte su questi temi. La mia ipotesi di lavoro è che la coscienza sia il vero “nucleo originario” di ogni forma di vita, inclusa quella atomica. La coscienza definita come “la capacità di percepire il significato di una informazione”, è presente in ogni essere vivente, e ne rappresenta il cuore, l’essenza.

Benché questo sia per me e molti altri amici e collaboratori un fatto ormai ben compreso e documentato, ritengo – dati i condizionamenti culturali, scientifici e religiosi che ancora ostacolano la visione del singolo scienziato – che sia necessario presentare questa nuova visione dei fenomeni come se fosse ancora tutta da dimostrare, proponendola con l’etichetta “ipotesi coscienza”.
Sotto il termine coscienza, dizionario alla mano, si celano in realtà innumerevoli concetti: la definizione che ho proposto permette di ribaltare completamente tutte le definizioni fino ad ora utilizzate, permettendo di interpretare, su base informatico-cibernetica, i fenomeni mentali presenti nelle unità biologiche e il loro sviluppo cronologico. Nella capacità di autodeterminazione o “volontà” che i batteri hanno dimostrato di avere sui processi di mutazione del loro codice genetico, è racchiusa la logica stessa del vivente.

Prendiamo una cellula, essa è un “mondo vivente”, una sfera composta da miliardi di atomi in continuo e incessante scambio di informazioni; la cellula vive proprio grazie a questa continua comunicazione interna, in cui ogni elemento dell’insieme “informa” e viene informato dall’insieme stesso. Su questa “rete unitaria di informazioni”, sono veicolati i dati sullo stato fisico, sui bisogni biochimici, e sulle necessità dell’intero sistema. Gli esseri viventi, sono dal punto di vista della termodinamica di Prigogine, dei “sistemi lontani dall’equilibrio”, ossia dei sistemi instabili, che per esistere, devono continuamente scambiare materia e informazioni con l’esterno, e che necessitano di un continuo lavoro per mantenere il proprio equilibrio vitale. Questo equilibrio instabile è mantenuto grazie ad una ininterrotta comunicazione, elaborazione e gestione delle informazioni. È necessario allora chiederci: qual è la base dell’unitarietà di questa gestione di informazioni?
Non potrebbe esserci vita senza questa continua comunicazione in rete, ed è implicito che la cellula, nel suo insieme, deve essere in grado di percepire il significato di queste informazioni. L’unità cellula, matrice di tutte le più complesse forma di vita, esiste in quanto è cosciente del significato di tutti gli elementi di cui è composta, e quindi, in ultima analisi, è “cosciente” della sua globalità. Questa coscienza unitaria delle informazioni presenti nella propria struttura, rappresenta la matrice del fenomeno dell’individualità biologica, dell’identità o self cellulare.

Gli animali hanno coscienza di séLa coscienza delle informazioni dell’intera rete costituisce la base della coscienza di sé. Cyber (dal greco Kubernetes: colui che governa, che dirige) è il termine che ho scelto per designare questa coscienza unitaria globale che “governa” le attività di ogni organismo vivente. Ritorniamo alla biologia, questo concetto di coscienza, in realtà, è usato costantemente anche se non viene mai definito. Quando parliamo di un animale facciamo riferimento a quella unità in quanto sistema vivente, e non al fatto che sia un agglomerato di alcuni miliardi di atomi. Il concetto di identità di sé, fino ad ora è stato usato in modo scontato proprio come, prima di Newton, era scontato considerare l’esistenza della forza di gravità, benché non esistesse il concetto scientifico che la definiva. Quando cerchiamo di uccidere una zanzara non abbiamo dubbi che lei sa di esistere e che, per vivere, deve sfuggirci. Ogni essere vivente sa di esistere e la sua stessa vita è strettamente legata alla coscienza di sé stesso, dell’ambiente e delle strategie per sopravvivere.

Ogni essere vivente è quindi una unità di coscienza, un cyber. Tutto ciò è assolutamente logico e auto-evidente, ciò che cambia è solo la nuova prospettiva introdotta con questa ipotesi di coscienza. E’ anche possibile e interessante studiare ogni essere vivente come un “campo di coscienza”, ossia un’area di spazio in cui le informazioni sono percepite ed elaborate in modo unitario e finalizzato. Il processo di evoluzione sarebbe quindi studiato come lo svilupparsi nello spazio, nel tempo e nella complessità delle unità di coscienza. Dai pochi micron del campo di coscienza di un batterio, ai millimetri dei più semplici multicellulari, ai metri e ai chilometri del vertebrati, l’ampiezza del campo di informazione gestito dall’unità di coscienza diventa sempre più espanso, efficiente e complesso, fino all’essere umano, in grado di espandere il suo campo di coscienza dai livelli subatomici fino agli spazi extragalattici.
Ad ogni salto o espansione evolutiva, alla base delle conoscenze acquisite si aggiunge un ulteriore livello di organizzazione e di capacità di gestire informazioni. Ad ogni salto evolutivo aumenta il grado di libertà del sistema vivente, che attualmente trova il suo apice nella libertà dell’uomo. Ma è solo una differenza, una lunga scala di innumerevoli gradini, e questo non consente certo di sentenziare che l’uomo è l’unico essere cosciente o dotato di libero arbitrio: è poca la differenza che ci separa realmente dagli altri animali.

La struttura di ogni essere vivente parte da un identico schema per poi evolversi nello spazio, nel tempo e nella complessità. Analizzando nei dettagli le attività biologiche e informatiche della cellula, risulta evidente che, non solo la cellula nella sua totalità è in grado di percepire il significato delle informazioni presenti al suo interno e che le giungono dall’esterno, ma è anche in grado di decodificarle e integrare questo nuovo significato con quelli delle informazioni presenti nel suo codice genetico, fino ad elaborare una risposta da utilizzare operativamente per la sua stessa sopravvivenza. Ogni cellula, in altri termini ha coscienza delle informazioni che percepisce: le memorizza, le integra con quelle che ha già ricevuto, ed elabora strategie di intelligenza e finalità. In altri termini la cellula è già in grado, seppure su una scala di differente complessità, di fare le stesse operazioni mentali che sono state reputate proprie dell’uomo.
Appare evidente che utilizzando questa definizione cibernetica di coscienza, ogni aspetto della vita diventa un fenomeno di coscienza, in quanto in ogni fenomeno biologico sono necessariamente implicati processi di percezione di informazioni e di elaborazione, memorizzazione e utilizzo finalizzato.

Oltre le concezioni dicotomiche:
Intelligenza del creato Con questa concezione, non è più necessario quindi ricorrere alla dicotomia classica, che vede coloro che sentono l’incredibile bellezza e intelligenza del creato e postulano l’esistenza di un Dio, di un’entità esterna che ha creato il tutto, contrapposti a quelli che, infastiditi dalle proposte fideiste, dogmatiche non verificabili delle religioni, sostengono invece una visione meccanicistica, per la quale la materia è tutto, e ogni fenomeno trova spiegazione nelle sue stesse leggi fisiche naturali, e quindi in sostanza non è necessario concepire alcuna coscienza o entità soprannaturale.

La mia ipotesi è una sintesi delle due: nelle stessi leggi della fisica e della materia sono impliciti i segni della coscienza, ed è questa che continuamente crea, mantiene ed evolve la vita. Non una coscienza antropomorfizzata ed esterna che esiste in una dimensione diversa dalla nostra, al contrario, una coscienza interna, “implicata” (direbbe Bohm) in ogni singolo atomo di ogni vivente. L’ipotesi di una coscienza implicata nei fenomeni biologici, equivale a dire che la natura stessa della vita è coscienza di sé e dell’ambiente esterno.
Così tutta quanta l’esistenza diventa viva, pulsante, intelligente; dal sasso, alle balene, alle foreste, tutto è compreso in una visione unitaria: si apre uno scenario vasto e misterioso dove, finalmente, anche lo scienziato è chiamato a comprendere l’aspetto più inafferrabile e magico della vita, dentro e fuori di lui: la coscienza stessa.

Articolo di Nitamo Federico Montecucco. Titolo originale: “Ipotesi coscienza: la coscienza del sé come ‘cuore’ degli esseri viventi”
Rivisto da Fisicaquantistica.it
Fonte: http://www.enciclopediaolistica.com/enciclopedia/dio/dio06.htm
Gli animali hanno una coscienza
di Marinella Meroni

Tutti gli esseri viventi sono coscienti e consapevoli Già nel 1986 Konrad Lorenz, etologo di fama mondiale, dichiarò “Sono pienamente convinto che gli animali abbiano una coscienza. L’uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva, ma è troppo presuntuoso per ammetterlo. Inoltre, il fatto che gli animali abbiano una coscienza ‘solleva dei problemi’. Forse l’uomo ha paura, perché riconoscendo una vita interiore agli animali sarebbe costretto a inorridire per il modo in cui li tratta. Oggi la scienza lo conferma: eminenti scienziati internazionali (ricercatori cognitivi, neurofarmacologi, neurofisiologi, neuroanatomisti e neuroscienziati computazionali) hanno sottoscritto un atto ufficiale, la “Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza” nella quale confermano che “gli esseri viventi sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani”.

La dichiarazione è stata firmata in presenza di Stephen Hawking, matematico, fisico e cosmologo, fra i più importanti del mondo, noto per gli studi sui buchi neri. L’elenco comprende tutti i mammiferi, uccelli, invertebrati, insetti. Ma cos’è la coscienza? Il termine deriva dal latino Cum-scire, cioè “sapere insieme”: l’uomo ha 3 centri indipendenti chiamati “centro intellettivo”,”motore-istintivo”e “emozionale”, posti nel cervello. La coscienza indica lo stato di sintonia tra i 3 centri, che permette la consapevolezza di sé, delle proprie azioni e scopi, dei rapporti con il mondo esterno, dei sentimenti, capacità di valutare i valori morali, ravvedersi, pentirsi, etc. Queste facoltà non sono più considerate doti uniche dell’uomo, ma di tutte le creature! Un aspetto molto interessante rilevato dagli studiosi è che la coscienza emerge anche negli animali che sono molto differenti dagli umani, compresi quelli che si sono sviluppati su percorsi evolutivi differenti, come uccelli, insetti e cefalopodi (polipi, seppie, calamari), in quanto l’assenza di neocorteccia cerebrale non impedisce ad un essere vivente di provare stati affettivi.

Scrivono gli scienziati: “Prove convergenti indicano che gli animali hanno substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici di stati di coscienza, insieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali, di provare stati affettivi e di sognare come l’uomo, incluso il sonno Rem. Di conseguenza l’evidenza scientifica indica che gli umani non sono gli unici a possedere i substrati neurologici che generano coscienza. E’ una rivoluzione scientifica e morale nei confronti degli animali!

Test scientifici hanno rivelato prove di coscienza commoventi: animali che si soffermano e ascoltano brani musicali, elefanti che si aiutano per risolvere problemi, scimpanzé che insegnano ai giovani a fare arnesi, polpi in grado di pianificare, uccelli che sognano come noi, gazze che dimostrano eclatanti analogie con gli umani. Grandi scimmie, delfini e elefanti inoltre si riconoscono nello specchio, mentre i pappagalli africani grigi hanno livelli di coscienza simili a quelli umani. La ricerca sulla coscienza è in rapida evoluzione, e ciò richiede una rivalutazione periodica dei preconcetti espressi in questo settore.
Dichiara l’istituto di ricerca della coscienza Umberto di Grazia “Questa scoperta rappresenta un grande e importante cambiamento, la scienza sta realizzando che tutta la vita è interconnessa e interdipendente, e che gli umani non sono gli unici esseri coscienti del pianeta”. Gli animali sono consapevoli nello stesso modo in cui lo siamo noi e ciò comporterà la necessità di rivedere le nostre responsabilità morali nei loro confronti.

Articolo di Marinella Meroni
Rivisto da Fisicaquantistica.it
Fonte: attraversololtre.blogspot.it

Condiviso da:http://blueplanetheart.blogspot.it/2014/11/anche-gli-animali-hanno-una-coscienza.html

 

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Come i cani usano la coda per parlare?

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cane coda

Il più grande indicatore di felicità di un cane è quando sta scodinzolando. Questo è il metodo di comunicazione principale del  migliore amico dell’uomo, ma cosa sarebbe successo ai cani senza coda?

L’esperto Monique Udell, fondatore del Laboratorio di Cognizione e comportamento Canini presso l’Università della Florida a Gainesville (USA), spiega che se un animale perde la sua coda a causa di un  incidente o di procedura  cosmetica, questo ha un impatto sulla loro capacità per comunicare con gli esseri umani e altri animali.

Ad esempio, i cani con le code tagliate o di razze con coda corta o ricci come i carlini, hanno una gamma di espressioni che un cane con una lunga coda non ha. Ma, per fortuna, si possono compensare con altre parti del corpo per mostrare le loro emozioni.

La coda, decodificare i segnali

In generale, un cane infila la coda tra le gambe per presentarsi, un segnale importante per gli altri cani. Può anche essere usato per proteggere la zona genitale .

I cani coprono i genitali con la coda se non sono pronto a fidarsi di un’altro compagno. Questo perché ottengono informazioni sentendo l’odore delle ghiandole odorifere sulla  zona anale. Pertanto, l’esposizione di questa zona è un segno di fiducia.

“Piegare la coda [in questo caso] è un modo di dire:. ‘Sono nervoso … non vuole veramente avere un interazione’, come quando un essere umano  incrociare le braccia e si allontana”

Ci sono anche code equilibrate. Monique dice che i cani scodinzolano non sempre per lo stesso motivo e non tutte le volte ha un  significa essere amichevole. Il cane rilassato con una  coda  circolare è amichevole e giocoso; se è più lento, con corpo più teso, è un segnale per altri cani per attaccare.

La verità sulla coda irta

Per fortuna, i cani che hanno problemi nelle loro code hanno una strategia di ripiego.

Molte persone credono che quando questi sono i ispidi, indicano l’aggressione, ma in realtà, essi trasmettono varie emozioni , tra paura o eccitazione. “Quando il mio cane era un cucciolo, le sue ire si manifestava quando abbiamo portato un nuovo giocattolo, perché era molto eccitato”, ricorda.

Tuttavia, con incroci in diverse generazioni, concentrandosi sull’aspetto fisico, c’è stata una difficoltà di sviluppare questa caratteristica in alcune razze.  E ‘comune nei cani domestici e razze che sono state modificate che “a volte, i segni non coincidono con il loro comportamento,” e anche  le persone  che addestrano  a i cani possono confondersi.

Le espressioni facciali sono anche un segnale da cane a cane, e diverse razze le controllano in modo diverso. Ad esempio, i denti scoperti possono segnalare l’aggressione. Tuttavia, come nel caso delgli  incroci può danneggiare questi segnali, come bulldogs. “Questi cani sembrano più feroci, e questo può essere perché le tue labbra non possono coprire i denti”, dice l’esperto.

Conosci il tua razza

Poiché i cani hanno una tale diversità, acquisire familiarità con gli stili di comunicazione della vostra razza può aiutare molto. “Se abbiamo fatto la stessa cosa con i nostri cani, si potrebbe imparare un sacco di cose interessanti.” [ National Geographic ]

Jèssica Maes

Fonte:http://hypescience.com/como-os-cachorros-usam-seus-rabos-para-falar/

 

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Anaconda divorerà persona in diretta tv su Discovery Channel

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Anaconda

Anaconda

Il ricercatore statunitense Paul Rosolie ha accettato di essere mangiato vivo da un enorme anaconda per mostrare al mondo come accade.

Il macabro esperimento verrà mostrato in diretta sul celebre canale televisivo scientifico Discovery.

Durante l’esperimento, il ricercatore indosserà una tuta speciale di protezione, su cui saranno incollati sensori e telecamere. Rosolie respirerà attraverso una bombola d’ossigeno.

Tuttavia non è ancora stato reso noto come il ricercatore verrà estratto dall’anaconda.

Lo show “Mangiato vivo” andrà in onda su Discovery Channel il prossimo 7 dicembre.


Fonte: http://italian.ruvr.ru/news/2014_11_07/Anaconda-divorera-persona-in-diretta-tv-su-Discovery-Channel-7989/

 

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Guarda un elefantino combattere 14 Leonesse

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Credito foto: Norman Carr Safaris

 

Se avete visto un cucciolo di elefante solitario  circondato da un branco di 14 leoni voraci, si potrebbe probabilmente pensare a un game over per il piccolo pachiderma. Ma questo piccolo ragazzo ci ha dimostrato che un po ‘di tenacia e un sacco di coraggio può dare un lungo cammino.

La battaglia al cardiopalma per la sopravvivenza è stata girata di recente a South Luangwa National Park, vicino al Norman Carr Safaris Chinzombo Camp, Zambia. Durante la situazione di stallo straordinaria, il cucciolo di elefante ha impiegato varie tattiche per respingere le implacabili leonesse. Ad un certo punto, l’elefante,  aveva due leonesse sulla schiena e un altra artigliava le gambe posteriori.

 

“In tanti anni sono stato una guida di safari … non ho mai visto nulla di simile”, ha detto la guida di safari Innocenzo. “Quelcucciolo è un combattente. E ‘combattuto con tutti i 14 leoni. Incredibile. “

Non è chiaro come l’elefante si è separato dal suo gruppo, ma da allora si è riunito con la sua famiglia. I membri del parco hanno giustamente chiamato il sopravvissuto “Hercules” in onore al suo valore.

[[Via National Geographic, Norman Carr Safaris and Huffington Post]

Justine Alford

Fonte:http://www.iflscience.com/plants-and-animals/watch-baby-elephant-fight-14-lionesses

 

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Incredibile nuova scoperta ci avvicina alla clonazione del mammut lanoso

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Photo credit: Royal BC Museum

L’ultima  straordinariamente ben conservata carcassa di mammut lanoso scoperta potrebbe finalmente fornire agli scienziati una rara opportunità per portare queste bestie iconiche di nuovo a vita. Gli scienziati hanno ampiamente analizzato il campione, al fine di ricostruire la sua storia di vita e stanno ora cercando di capire se hanno abbastanza DNA per esperimenti di clonazione. Anche se alcuni scienziati cercano disperatamente di fare la storia e far risorgere questi animali da molto tempo estinti, altri si oppongono con forza ajl’idea e hanno ancora una volta messo in evidenza le questioni etiche che circondano questo argomento controverso.

Il mammut è stato scoperto nel maggio dello scorso anno sull’ isola siberiana Malyi Lyakhovsky. Solo le zanne erano visibili quando gli scienziati per la prima volta si sonoavvicinati nel luogo del ritrovamento, ma gli scavi subito rivelato che l’animale era straordinariamente completo. Tre gambe, la maggior parte del corpo, il tronco e parti della testa erano ancora intatte, e l’animale persino trasudava un liquido rosso scuro che poteva essere sangue.

Dopo che lo scavo era stato completato, il team ha portato l’animale, che era stato soprannominato Buttercup, nel laboratorio per l’esame. Pur avendo una reputazione come animali enormi, questa femmina era alta solo circa 2,5 metri , le dimensioni simili ai moderni elefanti asiatici.

La datazione al carbonio ha rivelato che il mammut  è vissuto circa 43.000 anni fa, e l’analisi dei suoi denti indicava che probabilmente era morta quando aveva 50 anni. Poichè la crescita delle zanne rallenta sensibilmente durante la gravidanza, gli scienziati sono stati anche in grado di rivelare che l’animale aveva partorito almeno otto volte, ma ha perso un cucciolo.

Esaminando il contenuto del suo stomaco, gli scienziati sono stati in grado di rivelare i dettagli della sua dieta , che per lo più comprendeva piante delle praterie, come i denti di leone. I segni dei denti sulle ossa ci indicano come la sua vita si è conclusa spiegano gli scienziati. Il mammut dopo essere rimasto intrappolato in una palude, è stato probabilmente mangiato vivo dai carnivori come lupi.

Ma di gran lunga la scoperta più emozionante è stato il sangue che scorreva fuori dalla sua carne appena gli scienziati hanno inserito gli  strumenti nel suo gomito. Campioni preventivamente scoperti avevano solo piccole quantità di sangue lasciato nei loro corpi pur apparendo ben conservato, e non aveva  abbastanza contenuti del DNA per la clonazione. Anche se gli scienziati non hanno ancora trovato una copia completa del suo genoma, hanno trovato grossi pezzi di DNA che potrebbero essere cuciti insieme. In alternativa, potrebbe essere possibile combinare il DNA di mammut con il DNA da elefanti moderni.

Mentre gli scienziati possono finalmente avere gli strumenti necessari per clonare Buttercup Il processo richiederebbe una madre elefante surrogata per portare il mammut per 22 mesi, e l’animale può anche non sopravvivere. Inoltre, i mammut sono creature sociali , ma il clone sarebbero probabilmente costretti a vivere in un ambiente artificiale e solitario, come uno zoo. Se viene rilasciato in libertà, allora potrebbe perturbare gli ecosistemi naturali.

Altri, invece, pensano che le informazioni scientifiche che potrebbero essere raccolte da un tale sforzo superano le considerazioni etiche, a patto che ci sia una buona probabilità che l’animale sia in buona salute .

[Via Live Science, the Telegraph and the Independent]

[Immagine Header dal Royal BC Museum ‘s Collection ]

Justine Alford

Fonte:http://www.iflscience.com/plants-and-animals/scientists-edge-closer-being-able-clone-woolly-mammoth

 

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Incontra Il gufo che ha gli occhi simili alle galassie scintillanti

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Credito foto: fauna centro di apprendimento

Sappiamo tutti che può essere impossibile non cadere immediatamente in amore con un animale carino, birichino con gli occhi grandi che si fondono con la tua anima. Ma Zeus prende questo ad un altro livello.

Zeus è una civetta occidentale cieca i suoi occhi sono veramente simili alle galassie scintillanti. E ‘quasi impossibile smettere di guardare al loro interno.

I suoi occhi stellati sono il risultato di grumi di proteine ​​e pigmenti del sangue, ma ha anche la cataratta. La sua condizione è probabilmente il risultato di un attacco di un predatore, ma è possibile che ha avuto un incidente di volo. Ha solo circa il 10% della sua visione, quindi non può essere rilasciato in libertà e così rimane presso il Centro fauna selvatica di apprendimento in California, dove riceve un sacco di TLC.

[Immagini: wildelifelearningcenter.com]

[Punta di cappello: io9 ]

Justine Alford

Fonte:http://www.iflscience.com/plants-and-animals/meet-owl-eyes-night-sky

 

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Foche catturano e poi cercano di avere rapporti sessuali con i pinguini

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Credito foto: Haddad et al., Polar Biology 2014.

 

Sembra che l’Antartide può essere un hotspot per documentare inquietanti atti sessuali degli animali. Molti anni fa, l’esploratore britannico George Murray Levick cattura le immagini di pinguini di Adelia impegnati in tutti i tipi di dissolutezza, come necrofilia, la coercizione sessuale e l’abuso sessuale sui pulcini. Ora, gli scienziati hanno osservato foche mentre cercano di avere rapporti sessuali con i pinguini. Mentre queste osservazioni non possono essere così sconvolgente come quello che Levick ha documentato, sono comunque insolite.

Questo comportamento sessuale bizzarro è stato effettivamente osservato per la prima volta nel 2006 , quando gli scienziati hanno avvistato una foca che  cercava di copulare con un pinguino reale su Marion Island, un’isola remota e per lo più sterile della regione sub-antartica. A quel tempo, i ricercatori hanno ipotizzato che l’incidente potrebbe essersi verificato perché la foca era frustrata o sessualmente inesperta. In alternativa, hanno suggerito, avrebbe potuto essere un atto di aggressione, la foca ha tentato di proteggere il suo territorio. Oppure semplicemente poteva essere un atto giocoso che si è trasformato in sessuale.

Al ritorno verso l’isola per continuare le osservazioni della fauna selvatica, gli scienziati hanno osservato lo strano atto altre tre volte, che li colse di sorpresa.

“Onestamente non mi aspettavo  avvistamenti di simile  natura e che dal 2006 si sarebbero ripetuti di nuovo”, ha detto lo scienziato Nico de Bruyn, “e certamente non in più occasioni.”

Come descritto nella rivista Polar Biology , il team ha osservato le giovani foche di sesso maschile antartiche che costringono ad atti sessuali  (usando la forza per ottenere l’accoppiamento) i pinguini reali in tre diverse occasioni. Il genere dei pinguini era sconosciuta, ma sembravano  in buona salute.

Tutti e quattro gli atti osservati finora sembravano seguire un modello simile di inseguimenti , cattura e poi monta del pinguino. La foca  poi ha tentato di copulare con le pinguino più volte, con ogni sforzo della durata di circa cinque minuti. Naturalmente, tutta questa operazione era faticosa, quindi la foca  avrebbe preso una pausa tra un tentativo.

Come la maggior parte degli uccelli, i pinguini non hanno genitali esterni ma possiedono una apertura chiamato cloaca. Si accoppiano premendo questi organi insieme in quello che è noto come un ” bacio cloaca “, in cui lo sperma è trasferito alla femmina. Per i pinguini, alcuni  sigilli sono stati pensati per essere penetrati con successo sulle cloache delle vittime durante l’atto,  il sangue è stato osservato attorno alla zona in seguito. Anche se i pinguini sono spesso trattenuti durante catturano e l’accoppiamento, in tutti, poi vengono lasciati liberi dalle foche. Dopo l’incidente più recente documentato, tuttavia, un pinguino è stato  mangiato.

Perché le foche sono impegnate in queste attività insolite è sconcertante. Mentre gli scienziati possono solo fare delle ipotesi, questi episodi potrebbero essere correlati a sbalzi ormonali sperimentati durante la stagione riproduttiva. In alternativa, i pinguini potrebbero essere semplicemente un bersaglio facile per fare pratica di copulazione.

Anche se la molestia è difficile da spiegare, il possibile aumento della frequenza sembra suggerire che possa essere diventando un comportamento appreso sull’isola. È noto che gli esemplari di foche sono in grado di apprendere l’uno dall’altro, per cui è possibile che questo comportamento si sta diffondendo attraverso l’osservazione. I ricercatori sarebbero quindi desiderosi di continuare le loro osservazioni per verificare questo.

[Via the BBC, Polar Biology and the Mirror]

Justine Alford

Fonte:http://www.iflscience.com/plants-and-animals/seals-caught-having-sex-penguins

 

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il pesce diavolo nero filmato per la prima volta

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pesce gif

Prima di vedere il video serio e scientifico che è la fine di questo post, date un’occhiata alla scena qui sotto. La clip è un estratto di “Alla ricerca di Nemo”in cui Dori e Marlin sono inseguiti da un feroce predatore del mare. Inoltre, all’inizio del video possiamo sentire la peixin cantare la splendida hit “Continua a nuotare”, ma non è questo il punto.

 

Anche se l’inseguitore instancabile non era una creazione di Pixar, le loro abitudini di caccia ritratte nel film, ad esempio, derivate ​​da niente più che ipotesi, dal momento che non erano mai state registrate immagini  del pesce diavolo nero da vivo nel loro habitat natuale fiinora.

I ricercatori dell’Istituto di Monterey Bay Aquarium Research, California, Stati Uniti,hanno  girato per la prima volta il Melanocetus johnsonii in casa, nelle oscure profondità dell’Oceano Pacifico. Il 17 novembre lo scienziato Bruce Robison  è stato con il veivolo  in remoto in funzione Doc Ricketts quando ha incontrato questa copia del lofiforme a una profondità di 580 metri.

“Questa è la prima volta che questo pesce viene catturato in video nel loro habitat”, ha detto Robison. “Lofiformes, come questo Melanocetus, sono tra i pesci avvistati raramente  in quelle acque profonde. Il punto luminoso sulla punta della “canna da pesca” che sporge dalla testa del pesce è un’esca incandescente. Il lofiforme utilizzano la loro luce per attirare la preda nel suo habitat scuro e profondo. “

Incontri con gli esseri abissali di questo ordine sono estremamente rari. Secondo l’istituzione, a meno di una mezza dozzina sono già stati registrati da veicoli di ricerca di profondità.

Di seguito è riportato l’intero filmato rilasciato dal Monterey Bay Aquarium Research Institute.  [ IO9 ]

 

Jèssica Maes

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Foche, dopo gli stupri dei pinguini anche gli omicidi seriali delle focene

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Foche, assassine e stupratrici.
I mammiferi marini più amati da grandi e piccini nascondo un lato oscuro che ha lasciato stupefatti i ricercatori.
Dopo le violenze sessuali delle otarie ai danni dei pinguini in Antartide, testimoniate da un video che ha sconvolto esperti e utenti del web (LEGGI QUI LA STORIA), è emerso recentemente in Gran Bretagna un comportamento anomalo delle foche grigie, incredibilmente violento.
Sono state rinvenute numerose carcasse di focene mutilate e squarciate.
Responsabili della carneficina proprio le foche grigie, che di norma si nutrono di pesce, e non sono documenmtati casi di attacco ai piccoli mammiferi marini.
Il Regno Unito è la patria di più di 180.000 foche grigie, più di un terzo della popolazione mondiale, con circa il 90 per cento in Scozia.

foche-grigie-killer-focene-mutilateA smascherare il killer, tracce di DNA lasciate sui tagli e sulle ferite delle carcasse delle focene del Mare del Nord meridionale.Secondo gli esperti le foche probabilmente prima afferrano le loro vittime con il muso, poi strappano gran parte del grasso.

foche-grigie-killer-focene-mutilateAdesso l’allarme è esteso ai bagnanti.Su 1.081 autopsie eseguite, le foche grigie di essere coinvolti nel 25 per cento dei casi, mostrando che sono predatori focena regolari e possono avere anche i nuotatori nel mirino.Molte delle focene mutilate sono state trovate sulle coste olandesi utilizzate di frequente dai bagnanti e surfisti umani e non sembra esserci alcuna ragione per cui gli esseri umani non possano essere a rischio di attacchi foca grigia.foche-grigie-killer-focene-mutilate

Le fotografie delle focene morte hanno mostrato pezzi di pelle, grasso e muscoli strappati, ferite sulla testa e mascelle rotte, rivelando la ferocia degli attacchi.
Emorragie acute indicano che le ferite sono state inflitte quando le vittime erano in vita, poco prima della morte.Gli attacchi potrebbero essere conseguenza di un comportamento appreso a causa delle reti da pesca.
Secondo lo studio, le foche grigie originariamente dilaniavano i corpi di focene impigliate nelle reti da pesca e già morte.
Una volta che hanno assaggiato la loro carne, tuttavia, è iniziata la caccia anche agli esemplari vivi.
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Le focene mutilate erano tutti esemplari giovani, che potrebbero essere caduti in un’imboscata delle foche.
Queste, sono molto territoriali, e nonostante la loro reputazione di “coccolone” possono essere delle creature feroci.La loro dieta abituale consiste di pesci, granchi, calamari, e, a volte, uccelli marini. Di solito si aggrappano alle prede con gli artigli delle loro pinne anteriori, mentre strappano carne e pelle con i loro denti.
Questo stesso tipo di attacco avrebbe causato le lesioni viste sulle focene.

foche-grigie-killer-focene-mutilate

La focena, uno dei più piccoli mammiferi marini lungo in media meno di 2 metri, non è in pericolo di estinzione.
Ci sono circa 350.000 esemplari solo nel Mare del Nord, la metà della popolazione mondiale.
Le foche grigie possono raggiungere una lunghezza fino a più di 3 metri e un peso di più di 300 kg.

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7 animali bizzarri creati dall’uomo

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Dopo centinaia di milioni di anni di evoluzione, il nostro mondo era completamente pieno di simpatici animali, efficienti e ben  adattati ad un compito: sopravvivere. Poi emerse l’umanità , ha trascorso alcuni anni a giocare con gli animali della fattoria e ha rovinato tutto. I seguenti sono alcuni degli animali domestici bizzarri che creiamo:

Gatto Lykoi

6c2d625d2a1bc4907aa9b2355b015fb0Il Lykoi è stato creato per le persone che apparentemente vogliono avere un gatto e un pipistrello vampiro con uno sguardo malato a casa, ma hanno spazio solo per un animale domestico. Il suo mantello scarso e irregolare è dovuta a un’anomalia genetica rara.

La variante del gene responsabile per l’aspetto causa  danni ai follicoli dei pelii dei gatti, rendendoli incapaci di produrre e / o mantenere la pelle morbida che di solito li rende attraenti fighi.

Fortunatamente, questi gatti non sembrano soffrire di eventuali effetti negativi sulla salute, finora, anche se i genetisti e veterinari avvisono su potenziali problemi che non possono manifestarsi fino a quando gli animali non hanno 6 o 7 anni di età. Dal momento che i gatti Lykoi sono un’invenzione recente, i creatori sono attualmente in attesa di vedere cosa può accadere.

Capre Damascenas

-orecchie tagliate damacene-capra-Queste capre sono il culmine di anni e anni di creazione attentamente regolata. Nativa della Siria,le capre damascenas  sono  chiamate anche Shami, Baladi e Aleppo. Una capra Damascena ha vinto il titolo di più bella  capra in un concorso a Riyadh, in Arabia Saudita nel 2011. Questa è una cosa reale, e questo è un vero vincitore di un concorso di bellezza.

Principalmente allevate per il loro latte, queste capre avevano diverse apparizioni in letteratura e folklore arabo, in cui sono lodate per il loro “carattere speciale, caratteristiche notevoli e nobiltà.”

Ovviamente, non è la natura che ha reso questi animali particolari; gli esseri umani e le loro regolazioni selettive possono prendere tutto il merito per questo capolavoro.

Maiali Meishan

100615_f_017I suini Taihu provengono dalla Cina – in particolare, il lago Taihu, che si trova tra i rami più bassi del delta del fiume Yangtze. Una variazione notevole di questa specie è la Meishan, che ha guadagnato un po ‘di attenzione tra … appassionato di maiali. Il maiale Meishan è stato portato negli Stati Uniti attraverso uno sforzo di collaborazione tra l’Università di Illinois, Università di Stato di Iowa e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.

I maiali raggiungono la maturità sessuale a due anni e mezzo a tre mesi dopo la nascita, hanno una vita riproduttiva lunga, e può dare alla luce 16 maialini alla volta. Tutti questi fattori si combinano per rendere i maiali Meishan tra i più prolifici in esistenza.

Questo tasso di riproduzione fulmine è il motivo principale per cui i maiali sono stati importati, con gli agricoltori con la bava in bocca con la prospettiva di suini che si moltiplicano come conigli. Tuttavia, l’allevamento del Meishan non ha funzionato perché produce  una quantità eccessiva di grasso corporeo. Anche per gli standard americani la carne è molto grassa, e la maggior parte delle persone preferiscono tagli più magri.

Canarino Gibber Italicus

IMG_0165Questo è il canarino Gibber Italicus. Si può essere sorpresi di scoprire che non è malato. In realtà, non c’è nulla di sbagliato in questo uccello, e, naturalmente, il suo aspetto. Questo è esattamente come gli appassionati di canarini italiani che li hanno creati voleva che fossero. Le loro motivazioni sono sconosciute e i risultati sono inquietanti. Si può solo supporre che i creatori erano profondamente  offesi dai canarini in qualche modo, e questa è la vendetta.

Varianti del Guinea Pig India

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Questo animale che stai guardando si chiama carne magra di maiale. Non perché è particolarmente snello, ovviamente, ma perché il suo cappotto è stato completamente rimosso geneticamente, senza lasciare nulla, solo la pelle esposta . I Guinea Pig India di solito hanno un po ‘di peli, come il povero animale ha su suoi  piedi e viso.

Quante belle storie dell’orrore,  inizia con una mutazione che si è verificato in un laboratorio. Ben presto, però, “i creatori” hanno preso il roditore e hanno cominciato a fare con vigore intersezioni più disgustose.

Alcuni allevatori sono andati nella direzione opposta, incoraggiando la crescita dei peli sopra le generazioni successive a finire con qualcosa come il maiale Texel Guinea, che sembra stare su una parrucca nel camerino dell’attrice Sarah Jessica Parker.

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Hanno anche fatto una variazione peruviana chiamata Satin , la cui esuberanza setosa è pari solo alla loro incapacità di allontanarsi da tutto ciò senza inciampare sui propri peli.

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Baudet du Poitou (Poitou Donkeys)

Baudet du Poitou DonkeyQuesto  è un asino del Poitou. La razza è della Francia, e sembra un cappotto di grandi dimensioni, sono alcuni dei più grandi asini del mondo. Il cappotto peculiare è parte di questi animali a partire dai primi del 1700.

Nel 1977, un sondaggio ha rilevato che c’erano  pochi Poitous rimasti  sulla Terra. Gli appassionati di questi animali si sono uniti  insieme per evitare l’estinzione. Grazie a sessioni di sesso premeditato , oggi ci sono circa 1.000 di questi esseri.

Piccioni Budapest

373967475_94a876fe9a_bQuesta lista ha alcuni chiari esempi che dovremmo lasciare che la natura faccia il suo lavoro in pace, ma niente a confronto di questi piccioni, a quanto pare unicamente a contestare la decenza di Madre Natura.

Molti uccelli sono molto brutti come i cuccioli, ma il piccione di Budapest conduce la bruttezza fino all’età adulta. Questi piccoli mostri sono stati sviluppati nei primi anni del 20 ° secolo dai fratelli Pöltl in Ungheria. Le deformazioni significa che essi richiedono l’alimentazione a mano quando sono pulcini, nel caso in cui vi state chiedendo se con la testa formata da 75% bulbi oculari ha effetti negativi.

È interessante notare che sono grandi volatori, in grado di rimanere in volo  fino a cinque ore e raggiungere grandi altezze. Se questo è perché si sentono più a loro agio nel cielo, lontano dal giudizio degli altri uccelli, o se è solo un tentativo costante e inutile per lanciarti nel sole, è aperto il dibattito.[Cracked]

Jèssica Maes

Fonte:http://hypescience.com/7-animais-de-estimacao-bizarros-criados-pelo-homem/

 

 

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10 motivi per cui un cane è meglio di un fidanzato

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Migliaia di anni di convivenza ci hanno insegnato che i cani non sono solo i nostri migliori amici, ma anche ottimi sostituti ai fidanzati.

10 motivi per cui un cane è meglio di un fidanzato.
In foto: Fido è il fidanzato perfetto: fedele, entusiasta e premuroso

Gli anni passano e il numero di persone che hai incontrato durante la vita cresce, alcuni sono rimasti nel tuo cuore, altri hai fatto fatica a toglierli e altri ancora non ti hanno mai impressionato. In amore dicono che vinca chi fugge, eppure uno degli amori più grandi e veri che potremo mai incontrare nel corso della nostra vita è quello di un individuo altruista, che si dedichi a noi con tutto il cuore, che non scappi, ma anzi che ci tengo a ribarire la sua vicinza: il cane.

E allora, ecco i 10 motivi per cui un cane è di certo meglio di un fidanzato:

1. È fedele, sempre è comunque. E se mai si dovesse innamorare di qualcun altro, si tratterebbe di un cane che a sua volta ci amerebbe alla follia. Diventeremmo una comune felice composta da individui che si vogliono bene e si rispettano, insomma, più siamo meglio è!

2. Ha sempre voglia di uscire. Che abbia 3 mesi o 20 anni poco importa, appena sente “andiamo a fare un giro” è pronto per lanciarsi alla scoperta del mondo. Non c’è partita, videogioco o sopracciglio (eh già ammettiamolo) che tenga.

3. Siete sulla stessa lunghezza d’onda. Quante volte vi è capitato di lanciare un’occhiata al vostro lui sperando in un’intesa di sguardi da film e vi siete sentite dire “che c’è”? Con un cane non accade, non sai come, ma basta un minimo gesto e lui ha capito già se stiate per uscire, per mangiare, per andare a dormire o per mettervi sul divano.

4. Non vi chiede cosa ci sia per cena. A lui basta che ci sia e aspetta con pazienza che la ciotola sia piena per gustarsi il pasto come se fosse la lasagna più buona della storia.

Un cane non ha bisogno di sapere dove si va, gli basta stare insieme

5. Non gli puzzano i piedi! E se dovesse aver cattivo odore, con un po’ di acqua e aceto potrete sempre lavarlo. E questo non è da sottovalutare…

6. Capisce ciò che gli chiedi di fare e…addirittura…lo fa! Non c’è bisogno in questo caso di approfondire, ci siamo intese!

7. A letto non ti congela con i suoi piedi gelidi, ma ti scalda accoccolandosi accanto a te. Certo spesso diventa ingombrante, ma difficilmente ti darà una gomitata in faccia.

A letto sa scaldarci appallottolandosi a noi

8. Guarda con te Sex and The City, i programmi più kitsch e i film più romantici senza sbuffare, magari dorme, ma almeno non rompe.

9. Accetta ciò che sei. Quando sei al telefono con un’amica non ti fa segno di tagliare o di abbassare la voce, piuttosto pacificamente si alza e se ne va nell’altra stanza.

10. È sempre al tuo fianco, nel bene e nel male, con la ricrescita e con i baffetti, con i peli nelle gambe così come con il monociglio da sistemare, insomma nessuno potrà mai essere meglio di un cane.

Approfondimenti: cane

Di Zeina Ayache
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Avventura al Polo Nord

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Per molti, la felicità è un bagno caldo mentre fuori nevica, con i termosifoni a palla. Per me, è stare là fuori sotto la neve a fare questo:

corsa

Ma non è stato sempre così.

Per quanto sia sempre stato attratto dalla natura, dal freddo e dallo sport, solo all’inizio del 2014 ho capito quanto fosse bella la natura incontaminata. Dalla prima volta che ho messo i piedi su quella slitta in legno, ho capito di essere fregato: avevo trovato la mia passione, lo sleddog.

È uno sport affascinante, perché solo recentemente è diventato uno sport. Fino a meno di un secolo fa, lo sleddog era indispensabile per sopravvivere e l’unico mezzo di trasporto per le popolazioni di Siberia e Alaska: il cavallo non riesce a sopravvivere in temperature così rigide, che in quelle zone possono raggiungere i 40 gradi sotto zero.

In condizioni così estreme, l’uomo ha bisogno dei cani più di quanto i cani abbiano bisogno dell’uomo. Il rapporto che si creava fra musher (guidatore della slitta) e husky era di completa fiducia reciproca: se durante una battuta di caccia la persona cadeva e perdeva la slitta, per lui era morte quasi sicura entro poche ore. I cani invece, sarebbero riusciti a tornare a casa da soli.

Anche se la vita non è più così, la tradizionale fiducia fra uomo e cane perdura ancora oggi nello sport moderno. Questo, oltre al fatto che lo sleddog si fa lontano da qualsiasi centro abitato (per ovvie ragioni), rende questa disciplina la cosa che più voglio fare al mondo.

E per questo ho un sogno: condurre una slitta di 6 husky in un percorso di 300 km al Circolo Polare Artico. Nell’incontaminata natura norvegese, dove solo pochi nativi sono abbastanza coraggiosi da vivere in un perenne stato di ghiaccio e con quasi 3 mesi di buio ininterrotto d’inverno.

Questo sogno si chiama Fjallraven Polar, e sarai il primo italiano a partecipare a questa avventura. Il mio obiettivo non è solo coronare il mio sogno, ma anche (e soprattutto) sensibilizzare l’Italia sull’importanza del rispetto per la natura e gli animali per mezzo di un’impresa che ha già attirato l’attenzione di stampa e TV.

Il problema è che i costi sono molto, molto elevati, ma c’è una speranza: vincendo un concorso online, un fortunato vincitore può avere tutte le spese coperte dallo sponsor. Per vincere, bisogna raccogliere più voti online di tutti.

Così mi sono messo d’impegno, e ho raccolto oltre 5.200 voti in due settimane, arrivando al 2° posto della classifica mondiale su oltre 800 partecipanti.

È dura, ma posso farcela. Quindi vorrei chiederti un aiuto: aiutami a realizzare il mio sogno, e votami in questo concorso online (ti prende 15 secondi ed è gratis).

Vai a questo link: http://www.fjallravenpolar.com/show-all-contributions/?fbid=773463293

Sotto al video, accanto al mio nome, fai click sul pulsante azzurro “vote” e conferma (serve un account Facebook).

Così mi aiuti non solo nel mio sogno, ma a sensibilizzare l’Italia su un tema così delicato come l’ambiente.

Ti ringrazio in anticipo! :)

Stefano Mini

 

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Uistitì pigmeo orfana ama essere lambita da un spazzolino-Video

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Credito foto: Screen Shot via Rare Species Conservatory Foundation

 

Ninita è un Uitisti pigmeo le più piccole scimmie nel mondo, nata sorda e abbandonata dai suoi genitori a 3 settimane di età nel 2012. Ninita era ferita e malata quando è stata trovata e adottato dal Rare Species Conservatory Foundation . Con una riabilitazione e cure amorevoli, Ninita è guaritarapidamente ed è diventata molto giocosa e amorevole. Il suo elemento preferito di gioco è uno spazzolino da denti.

Gli Uistitì sono creature sociali che hanno bisogno di un sacco di di affetto, così la spazzolatura della pelliccia di Ninita con lo spazzolino da denti la rende estremamente felice. Scopri come lei risponde adorabilmente per ottenere massaggi con il suo spazzolino da denti preferito:

 
 
 Lisa Winter
 
 

Fonte:http://www.iflscience.com/plants-and-animals/deaf-orphan-marmoset-loves-toothbrush-massage1

 

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É ora di salvare le api

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Alveari spopolati, apicoltori in allarme, sull’orlo del tracollo il delicato equilibrio dell’impollinazione che garantisce anche a nostra sopravvivenza. E’ veramente ora di salvare le api.

salviamo_le_api_firma

Le colonie di api si vanno riducendo ad un ritmo drammatico, gli alveari si spopolano, crolla la produzione di miele e l’attività di impollinazione. La sospensione temporanea degli insetticidi neonicotinoidi non basta più, occorre un bando definitivo. Per questo si batte Greenpeace che sta continuando a raccogliere le firme per avanzare questa richiesta al governo (puoi firmare qui).

Un primo passo dunque è proprio vietare i pesticidi dannosi, a partire dalle sostanze più pericolose attualmente autorizzate in Europa, come imidacloprid, thiamethoxam, clothianidin, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina. Poi occorre praticare e promuovere pratiche agricole sostenibili, attraverso l’adozione di piani d’azione per gli impollinatori a livello nazionale, sostenere e promuovere pratiche agricole che apportino benefici all’opera di impollinazione all’interno dei sistemi agricoli: come la rotazione delle colture, aree di interesse ecologico a livello aziendale e l’agricoltura biologica. E’ necessario migliorare la conservazione degli habitat naturali e semi-naturali all’interno e intorno alle aree agricole, nonché incrementare la biodiversità nei campi. Bisogna aumentare i fondi per ricerca e sviluppo di tecniche agricole sostenibili che si allontanino dalla dipendenza da sostanze chimiche per il controllo dei parassiti, per andare verso l’uso di strumenti basati sulla biodiversità per controllare i parassiti e migliorare la salute degli ecosistemi. A livello europeo bisogna indirizzare maggiori fondi per la ricerca sull’agricoltura ecologica nell’ambito della PAC (pagamenti diretti) e di Orizzonte 2020 (programma europeo di ricerca). Possiamo fare molto anche noi, con le nostre forze.

Per esempio scarica le istruzioni per costruire un rifugio per le api nel tuo giardino

Scarica l’elenco dei fiori amici delle api che puoi piantare dovunque tu abbia posto

Stampa il volantino e diffondilo nel tuo quartiere, tra i colleghi di lavoro, gli amici, a scuola

Fai vedere a tuo figlio questo video, imparerà con le immagini e la musica quanto sia importante salvare le api

Fonte: ilcambiamento.it

Condiviso da:http://5minutiperlambiente.wordpress.com/2014/12/06/e-ora-di-salvare-le-api/

 

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Le 15 nuove specie più strane del 2014

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Ecco gli animali scoperti durante l’anno che si avvia alla fine

Cape Melville Rainbow Skink
Cape Melville Rainbow Skink Due specie di scinchi, dal nome Cape Melville Rainbow Skink e Cape Melville Barlipped Skink, per la scienza Carlia wundalthini e Glaphyromorphus othelarrni, sono state scoperte nel 2014 da Conrad Hoskins, docente di biologia dell’Università James Cook di Townsville, nella penisola di Capo York

Tra i bilanci più amari di fine anno c’è certamente quello sulle specie a rischio estinzione, che nel caso del 2014 ammontano a più di 22mila per un mix combinato di problemi, che vede però nello sfruttamento delle risorse naturali il tema più importante. Lo rivela anche la lista delle specie a rischio dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), costretta troppo spesso all’aggiornamento.

Tuttavia il 2014 ci ha anche regalato qualche buona notizia, con la scoperta di nuove specie e la classificazione di animali che in prima battuta erano stati apparentati ai cugini già individuati, ma che hanno rivelato nuove e sorprendenti caratteri a uno studio più attento. Ne abbiamo raccolti 15 in questa gallery inno alla biodiversità.

 Amblyocarenum nuragicus
Amblyocarenum nuragicus Sardo doc questo ragno che vive nel sottosuolo delle zone costiere, ribattezzato Amblyocarenum Nuragicus e ritrovato nel parco naturale regionale di Porto Conte, dallo studioso Bruno Manunza e dal fotografo naturalista Marco Colombo

 

Araguaian Boto
Araguaian Boto Non era mai stato identificato prima, in Amazzonia, il delfino chiamato Araguaian Boto (Inia araguaiensis). Il caso vuole però che sia già a rischio estinzione (foto: Cristiane Goncalves)

 

Intricate satyr e South Texas satyr
Intricate satyr e South Texas satyr Due nuove specie di farfalle sono state individuate in America, appellate Intricate Satyr e South Texas Satyr. I ricercatori hanno dovuto constatare che non era possibile ricondurre le nuove alla già conosciuta specie della Carolina Satyr.

 

Toporagno elefante o sengi
Toporagno elefante o sengi Una nuova specie di toporagno elefante è stata scoperta nel deserto del Namib da un gruppo di ricercatori della California Academy of Sciences. Si tratta della terza nuova specie di sengi scoperta negli ultimi 10 anni, molto più piccola della media e con una pelliccia color ruggine

 

 Sousa Sahulensis
Sousa Sahulensis Una nuova specie di delfini, dal nome di Sousa Sahulensis, è stata identificata in Australia: somiglia ai delfini che conosciamo ma, come rivela uno studio pubblicato dalla Marine Mammal Science,la struttura scheletrica e genetica è diversa

 

Electrotettix attenboroughi
Electrotettix attenboroughi Una cavalletta di 20 milioni di anni, rinominata Electrotettix attenboroughi, è stata individuata dagli scienzaiti della University of Illinois, in una collezione di ambre del 1950 dell’entomologo Milton Sanderson. Una specie vissuta tra 18 e 20 milioni di anni fa che costituisce un interessante stadio dell’evoluzione delle locuste (foto: (Illinois University)

 

Antechinus dalla coda nera
Antechinus dalla coda nera Nel 2014 è stata scoperto anche l’Antechinus dalla coda nera, in Australia: il mantello folto di colore arancio-marrone, termina con una coda nera. A scoprire e decifrare la nuova specie di roditori, il professore Andrew Baker, alla guida di un tem della Queensland University of Technology (foto: Gary Cranitch, Queensland Museum)

 

 Gramastacus lacus
Gramastacus lacus Pesa 7 grammi ed è lungo 21,3 mm questo gambero di palude, una specie di artropode scoperto nel 2014, scientificamente denominato Gramastacus lacus

 

Rhynella junga
Rhynella junga Una nuova specie, la Rhinella yunga, entra a far parte della famiglia dei Bufonidi. Animale piuttosto velenoso ma privo della membrana del timpano: per chi vuole approfondire un paper è presento in open-access sulla rivista ZooKeys (foto: J. Moravec)

 

Tuco tucos
Tuco tucos Quattro nuove specie di Ctenomys, il roditore istricomorfo altrimenti detto tuco tucos, sono state scoperte scoperte quest’anno in Bolivia da un team guidato da Scott Gardner di University of Nebraska-Lincoln. A contribuire alla differenziazione della specie, l’habitat andino

 

Maratus Pardus
Maratus Pardus Una nuova specie di ragno pavone è stata scoperta in Australia: notevoli i colori e la flessibilità delle ali per un animale già celebre per il suo rituale di accoppiamento

 

Scimmia Saky
Scimmia Saky Al genere Pithecia si ascrivono le scimmie saki: cinque nuove specie sono state rivelate da Laura K. Marsh, studiosa e direttrice del Global Conservation Institute. Complessivamente, sono 16 quindi le specie di saki esistenti

 

 Dendrogramma enigmatica o discoides
Dendrogramma enigmatica o discoides Sono stati scoperti negli anni Ottanta, ma solo nel 2014 sono stati descritti sulla rivista scientifica Plos One: sono degli organismi a forma di fungo, trasparenti e lunghi meno di due centimetri, a cui gli scienziati hanno attribuito il nome di . Dendrogramma discoides o Dendrogramma enigmatica. Si sa come sono fatti ma ancora molto poco su come vivono (foto: plosone.org)

 

Camaleonte di foresta
Camaleonte di foresta Il rettile appartenente al genere Kinyongia è una scoperta parte di una ricerca condotta da un team internazionale coordinato dal MUSE-Museo delle Scienze di Trento, che ha rivelato sui monti Mahenge della Tanzania la presenza di 27 nuove specie (foto: (M. Menegon/Muse)

 

Di Maria Rosaria Iovinella

Fonte:http://www.wired.it/scienza/ecologia/2014/12/08/15-nuove-specie-strane-2014/

 

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I vermi mangia-ossa sono davvero bizzarri: un’inversione evolutiva inedita nel regno animale

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vermi mangia ossa 2b
I maschi nani si sono ri-evoluti in una sorta di Priapo che somiglia a Tiramolla o a Mr.Fantastic .

La storia a noi conosciuta dei vermi mangia-ossa Osedax  è iniziata solo 12 anni fa, quando queste  creature che banchettano con le ossa degli animali morti  vennero scoperte nelle profondità marine. Ma la loro già bizzarra e macabra storia è diventata ancora più strana quando i ricercatori hanno scoperto che i vermi mangia-ossa  femmine ospitano all’interno del loro corpo un vero e proprio harem di minuscoli maschi.

Ora questa già complicata e meravigliosa storia dell’evoluzione della vita si arricchisce di un nuovo “colpo di scena”. Nello studio, “A Dwarf Male Reversal in Bone-Eating Worms”,  pubblicato su Current Biology, un team capeggiato dal biologo marino Greg Rouse della  Scripps Institution of Oceanography dell’Universita della California- San Diego, rivela una svolta in corso nella storia evolutiva degli Osedax con una “stranezza” che li differenzia ancora di più dagli altri animali conosciuti. Infatti il team di ricercatori , composto anche da Nerida Wilson (già alla Scripps ed ora al Western Australian Museum), Katrine Worsaae (università di Copenhagen) e Robert Vrijenhoek (Monterey Bay Aquarium Research Institute – Mbari), oltre a documentare il dimorfismo sessuale estremo nei vermi mangia-ossa Osedax,  hanno scoperto una nuova specie, l’Osedax Priapus, nella quale i due sessi mangiano ossa e sono di dimensioni simili e sottolineano che «Si tratta di una eccezionale  inversione evolutiva delle dimensioni nel dimorfismo sessuale».

Il team statunitense-australiano-danese, spiega che «Darwin  aveva ipotizzato che i sessi in una specie dovrebbero essere simili a meno che la scelta sessuale, la selezione della fecondità, o il partizionamento delle risorse li portasse a distinguersi. Il nanismo maschile si è evoluto più volte in una serie di animali, sollevando dubbi circa i fattori che determinano tale dimensione estrema del dimorfismo  Ghiselin ha notato che i maschi nani sono più comuni tra piccoli animali marini, e in particolare tra le specie stanziali e sessili che vivono a bassa densità, dove i compagni sono difficili da trovare, o in ambienti di acque profonde con fonti energetiche limitate. Questi benefici del nanismo maschile valgono anche per gli  Osedax (Annelida: Siboglinidae),  i vermi marini mangia-ossa»

Gli Osedax maschi, noti per la dimensione estrema del dimorfismo sessuale, sono larve bloccate evolutivamente  che producono sperma dalle risaerve del 2tuorlo”. Le stranezze non finiscono qui: l’harem di maschi nani vive nel lumen del tubo che circonda la femmina. Lo studio descrive l’Osedax Priapus, una specie nuova per la scienza che si discosta notevolmente da questa strana normalità dei vermi mangia-ossa  che produce maschi che si ancorano sulle ossa con delle “radici” e se ne nutrono attraverso simbionti che contengono “radici” proprio come  gli  Osedax femmine. Gli scienziati spiegano che «Le analisi filogenetiche hanno rivelato che O. Priapus n. sp. È una specie derivate, e l’assenza di maschi nani rappresenta un’inversione del carattere per questo genere. Alcune caratteristiche maschili nane vengono mantenute a causa dei vincoli funzionali e morfologici. I maschi dell’O.Priapus n. sp.  sono ancorati all’osso, e se ne cibano, possiedono un tronco estensibile che permette loro di vagare attraverso l’osso di contattarsi ed inseminare le femmine. Le implicazioni evolutive ed ecologiche di una perdita di nanismo maschi sono in discussione».

Questi vermi  mangia-ossa sono stati raccolti a 700 metri di profondità da un robot subacqueo del Mbari  ed i maschi sono addirittura decine di migliaia di volte più grandi di quelli delle altre specie di Osedax finora conosciute. Rouse sottolinea che «Questa scoperta è stata del tutto inaspettata. E’ il primo esempio conosciuto di una inversione evolutiva così drammatica  del nanismo maschile».

Vrijenhoek evidenzia che «Inversioni evolutive di stati ancestrali sono molto rare nel regno animale. Questo caso è eccezionale perché i geni per la produzione di maschi adulti “full-sized” adulti dovrebbero essersi deteriorati nel tempo a causa del disuso. Ma a quanto pare i geni sono ancora lì».  L’altra scoperta sorprendente è che i maschi delle nuove specie si cibano di ossa per conto proprio, cosa che i loro parenti nani non fan no, visto che per il cibo dipendono completamente dalle femmine.

L’accoppiamento della nuova specie di vermi mangia-ossa è ancora più particolare: i maschi nani degli altri Osedax vivono addosso alle femmine e quindi per accoppiarsi non hanno bisogni di spostarsi, quindi gli scienziati si sono chiesti come facciano gli O. Priapus  a cercare un compagno o una compagna, data la loro indipendenza. Rouse spiega che «La soluzione evolutivo che hanno trovato è stato quello di rendere il corpo del maschio davvero molto estensibile in modo che possa giungere lontano per trovare le femmine per accoppiarcisi, può estendere il suo corpo dieci volte il suo stato da contratto». Insomma, in fondo al mare, sulle ossa di balene o delfini vive una specie di Tiramolla oppure di Mister Fantastic del Fantastici 4, ma i superpoteri servono ad altro.  «In sostanza – dice Rouse – il corpo di tutto il verme si è evoluto come uno strumento per l’accoppiamento, ed è per questo abbiamo chiamato questo  Osedax “Priapo”, il dio mitologico della fertilità».

Gli scienziati ipotizzano che meno concorrenza per lo spazio su alcune ossa di animali abbia consentito l’evoluzione dell’Osedax Priapus. «Questi vermi erano già abbastanza strani come erano, ora lo sono ancora di più – conclude Rouse – Questo ci dimostra che nel mare  continuano ad esserci misteri e che c’è ancora molto di più da scoprire, soprattutto perché abbiamo trovato queste creature solo 12 anni fa».

Videogallery

  • The Story of a Bizarre Deep-sea Bone Worm Takes an Unexpected Twist

Fonte: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/i-vermi-mangia-ossa-davvero-bizzarri-uninversione-evolutiva-inedita-nel-regno-animale/#sthash.PdT3qqeV.dpuf

 

 

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Un pulcino che imita i bruchi velenosi per sopravvivere

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I predatori sono spesso la causa principale di mortalità negli uccelli, per questo motivo, la selezione naturale testa strategie efficaci per aumentare le possibilità di sopravvivenza.
Tra questi uno dei più curiosi è la prole della cenerentola luttuosa  (Laniocera hypopyrra). Un eccellente esempio di mimetismo Batesiano ; in cui un animale imita altri meccanismi di difesa efficaci, in questo caso un bruco della famiglia velenosa Megalopygidae .
Pulcino di Laniocera hypopyrra imita un bruco della famiglia Megalopygidae

Pulcino di Laniocera hypopyrra

 

Gli esemplari adulti di uccelli cinereo  in lutto sono quasi interamente di colore grigiastro, con piccoli tocchi di colore.

Esemplare adulto di Laniocera hypopyrra

 

Ma quando i pulcini escono dalle uova sono di un colore arancio,  brillante e intenso, e hanno modificato le piume su tutto il corpo, per un possibile mimetismo  con i bruchi.

Pulcino di Laniocera hypopyrra
I pulcini imitano i movimenti di un bruco quando minacciati, come si può vedere in questo video.
Con questo metodo i pulcini di Cinereous lutto  aumentare le probabilità di sopravvivenza contro i serpenti e scimmie, i loro principali predatori delle foreste pluviali del nord del Sud America.
Pulcino di Laniocera hypopyrra

Via: gepog.orgjstor.org

Autore:

Fonte:http://www.medioambiente.org/2014/12/un-polluelo-que-imita-las-orugas.html?utm_source=bp_recent&utm-medium=gadget&utm_campaign=bp_recent

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Tartaruga “eroe” salva l’amica bloccata sulla schiena – video

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Potete chiamarla Donatello, Leonardo, Michelangelo o Raffaello. Proprio come le Tartarughe Ninja del popolare cartone animato appena diventato un kolossal cinematografico, questa eroica tartaruga gigante non ci pensa due volte a intervenire quando incontra un animale in difficoltà. Vedendo un’amica tartaruga rovesciata sulla schiena e impossibilitata a muoversi, il rettile ci mette tutta la sua forza e riesce a ribaltarla, permettendole di tornare a camminare.

Fonte:http://www.globochannel.com/2014/12/17/tartaruga-eroe-salva-lamica-bloccata-schiena-video/

 

 

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37 rettili estremamente carini

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Se  chiedo di immaginare degli animali simpatici , sicuramente si pensa a cuccioli di cani e gatti, conigli , o anche criceti che corrono su piccole ruote.

Ma carino può essere un concetto universale. Altri animali, soprattutto rettili e anfibi, possono essere belli come tutti i mammiferi, anche se alcuni sono velenosi,e altri  sono  appiccicosi.

La verità è che i rettili sono tra le principali classi di animali in tutto il mondo, quindi in tranne qualcuno sono irresistibilmente simpatici, come questi:[BoredPanda]

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Sierra Exif JPEG

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Di Natasha Romanzotti

Fonte:http://hypescience.com/37-animais-que-provam-que-repteis-tambem-podem-ser-fofos/

 

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La scimmia eroe, rianima l’amico folgorato sulle rotaie e lo salva dal treno – VIDEO

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scimmia-eroe-salva-compagno-trenoStorie di animali coraggiosi.
Sta facendo il giro il web il video di una sicmmia eroe che ha trascorso 20 minuti a rianimare il suo amico rimasto folgorato sulle rotaie da una scossa elettrica, slavandolo dall’imminente arrivo del treno.

La scimmia sfortunata si era arrampicata sui cavi ad alta tensione.
Rimasta folgorata, è poi precipitata priva di sensi sui binari di una stazione indiana.
A questo punto è intervenuta la scimmia eroe, che è balzata sulle rotaie tirando su l’amico, scuotendolo e mordendolo sulla testa in un disperato tentativo di rianimarlo.
Ma ancora l’animale ferito non si svegliava.
A quel punto la scimmia “paramedico” lo ha inzuppato in una pozza d’acqua.
Dopo circa 20 minuti la scimmia ferita ha aperto lentamente gli occhi, mettendosi in salvo pochi momenti prima del passaggio di un treno.

Fonte: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/36420-scimmia-rianima-amico-folgorato-salva-treno.dg#sthash.A6AV46PF.dpuf

 

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